2013 / Domenica 22 Settembre 2013
Domenica, 22 Settembre 2013
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LA PAROLA DEL PARROCO
Carissimi parrocchiani,
da alcune settimane sono in mezzo a voi e questa è la prima volta che vi scrivo alcune parole. Lo faccio volentieri consapevole che questo bollettino parrocchiale, nella sua semplicità, mi offre l’occasione di condividere alcune riflessioni sulla Parola di Dio e di farmi conoscere. Naturalmente il primo posto va lasciato al Signore che si rivolge a noi ogni giorno e che desidera entrare nella nostra vita per farci comprendere quanto siamo preziosi ai suoi occhi.
La parola di Dio, seguendo il Vangelo di Luca, da molte domeniche ci ha fatto ripercorrere il cammino di Gesù che, mentre va verso Gerusalemme, chiarisce agli apostoli cosa comporta essere suoi discepoli: la necessità di una scelta decisa (“Chi ama il padre e la madre più di me…), il farsi prossimo (il samaritano), la vita attiva ma non affannata (Marta e Maria), la misericordia e il perdono di Dio (il padre misericordioso), il perdonare sempre i fratelli (il servo perdonato che non perdona), la ricchezza dono da condividere (il ricco stolto, il fattore disonesto, il riccone spensierato)…
L’annuncio centrale nel Vangelo di oggi è senz’altro qui: «Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto; e chi è disonesto nel poco, è disonesto anche nel molto». Alcune sette religiose, che si dicono cristiane o buddiste, insegnano che c’è un rapporto immediato tra il cammino religioso e il benessere della vita, cominciando dal denaro. Asseriscono che la preghiera e la pratica religiosa fruttano lo stare bene, la ricchezza! Altri gruppi invece insegnano la non conciliabilità tra il mondo religioso e quello materiale. Alcuni religiosi disdegnano di toccare il denaro! Hanno il comportamento contrario dei primi, ma sono fratelli nello stesso errore. Infatti se il mondo spirituale e quello materiale sono inconciliabili, l’uomo è dispensato dal volerli mettere in accordo e vive cronicamente la schizofrenia fra spirito e materia.
Non ci sono solo le ricchezze materiali; quelle dello spirito hanno bisogno di maggior cura. Chi è infedele nei primi finirà per esserlo anche nell’amministrare i beni dello spirito. La ricchezza - “mammona” - è un tiranno spietato, rende schiavi quelli che sono posseduti da quello che possiedono e perdono l’amicizia con Dio che esige di essere amato con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la forza e con tutta la mente. L’amore di Dio libera, quello per i beni ci fa schiavi.
IL NUOVO PARROCO DI SANT'ANDREA IN ANTOGNANO
Nato a Triuggio, un paese della Brianza, nel 1952, arrivo nella parrocchia di S. Andrea in Antognano dopo aver esercitato il mio ministero sacerdotale in vari luoghi. Dopo gli studi teologici all’Università Lateranense, in Roma, sono stato ordinato sacerdote nel 1979. La prima esperienza mi porta in Uruguay per alcuni anni; tornato in Italia assumo l’incarico di parroco in una parrocchia sul lago di Lugano. Dal 1992 al 1994 frequento un corso di comunicazione sociale a Roma presso lo SPICS (Studio Paolino Internazionale per la Comunicazione Sociale). In seguito vengo inviato come parroco in una frazione del comune di Empoli, in Toscana, dove rimango fino al 1999, anno in cui sono chiamato ad Albavilla, in una casa di spiritualità. Dal 2008 di nuovo a Roma, nella chiesa di Santa Maria dei Miracoli, in Piazza del Popolo.
San Michele Garicoïts, e lo stile betharramita
Quale sacerdote betharramita sono chiamato a seguire le indicazione del mio fondatore, san Michele, che mi invita a mettere in atto due azioni: 1 Imitare Gesù nella sua obbedienza totale al Padre; 2 Consacrarmi perché tutti abbiano la stessa gioia.
Per vivere questo occorre saper discernere il progetto (volontà) di Dio. Senza questa ricerca ogni sforzo rischia di diventare autoreferenziale: facciamo belle cose che rispecchiano solo la nostra volontà (desideri) e non la Volontà di Dio.
La vita di ciascuno è il luogo in cui Dio mi racconta ciò che vuole da me. Non va evitata la vita, va accolta! La vita è il “luogo teologico” di incontro con il Signore, in cui Dio si incarna. Accogliere con amore la propria vita è già un obbedire al Padre.
Una volta individuata la Volontà di Dio nella mia vita ed una volta che mi è stata confermata essere veramente Volontà di Dio (da una guida spirituale) allora occorre obbedire…. per amore, piuttosto che per qualsiasi altro motivo!
Cosa desidero
Vengo tra voi col desiderio di servire questa nostra comunità raccogliendo con rispetto e gratitudine l’eredità dei sacerdoti che mi hanno preceduto col loro impegno pastorale. Non so ancora con precisione cosa mi attende. Trovo però coraggio nell’aver già sperimentato che laddove non arriviamo per i nostri limiti, inizia l’aiuto del Signore.
Preparandomi al giorno dell’ingresso in Parrocchia ho ripreso in mano il rito dell’ordinazione sacerdotale. Mi ha colpito una frase che il Vescovo pronuncia alla consegna del pane e del vino: “Renditi conto di ciò che farai, imita ciò che celebrerai”. In altre parole: Ricordati! Dio ha messo nelle tue mani un dono più grande di te. Tu resterai un uomo. Potrai avere virtù e purtroppo anche difetti. Dovrai combattere anche tu per superare le tue debolezze umane, ma rimarrà sempre in te il segno indelebile della consacrazione che hai ricevuto. Attraverso di te e le tue povere mani Cristo si renderà presente. Non ti abituare mai a questo dono misterioso e grande: conservati umile e grato.
IL SALUTO E IL GRAZIE A PADRE MAURIZIO
(da Vita Nuova)
Preghiera per la comunità parrocchiale
Signore, che vivi e abiti con noi
Ti preghiamo per la nostra comunità.
Aiutaci a conoscerci meglio, a comprenderci di più,
perché ciascuno si senta sicuro dell’affetto degli altri.
Rendici capaci di tacere e di parlare al momento
opportuno e con il tono giusto,
perché le discussioni non ci dividano.
Liberaci dalla pretesa di imporre
agli altri il nostro modo di pensare.
Perdonaci quando dimentichiamo di essere figli e amici Tuoi,
quando viviamo in casa Tua come se Tu non fossi presente.
Distruggi l’egoismo, la voglia di mettersi in mostra
e di occupare sempre i primi posti perché chiudono i nostri orizzonti.
La nostra comunità sia sempre disponibile, ospitale per tutti,
rispettosa del sacerdote che Tu hai chiamato a guidarla.
Signore, tienici uniti per sempre nella tua chiesa in cammino;
perché vediamo insieme il tuo volto nella comunità vera e nella
comunione perfetta.
Amen