2013 / Domenica 15 Dicembre 2013
Sabato, 14 Dicembre 2013
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III domenica di Avvento - Anno A
Gioia di vedere i segni
Simbolo: FioriGesù viene per renderci felici. La Parola di Dio sempre ci invita alla gioia vera perché Dio è il nostro Padre buono che sempre ci accoglie.
Dal libro del profeta Isaia (35,1-6)
Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa. Come fiore di narciso fiorisca; sì, canti con gioia e con giubilo. Dite agli smarriti di cuore: «Coraggio! Non temete; ecco il vostro Dio, Egli viene a salvarvi». Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi. Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto, perché scaturiranno acque nel deserto, scorreranno torrenti nella steppa.
Grazie, Gesù, perché sempre tu vuoi che noi siamo contenti.
Grazie, Signore, perché quando siamo tristi tu ci ridoni la gioia.
Gesù viene perché vuole che noi vediamo i segni che ci fanno contenti.
Dal vangelo secondo Matteo (11,2-6)
Giovanni intanto, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, mandò a dirgli per mezzo dei suoi discepoli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?». Gesù rispose: «Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: I ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l'udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella, e beato colui che non si scandalizza di me».
Apri, Signore, i nostri occhi a scoprire i segni bellissimi della tua presenza amica nella nostra vita.
Le tante cose belle che abbiamo, le molte persone che ci vogliono bene, gli amici che ci donano gioia sono il segno che tu sei sempre con noi, Gesù.
Continuo ...
In chiesa mi annoio
Ma è proprio vero che il tempo sembra non passare mai, se da spettatori si cerca di diventare persone che partecipano, se da osservatori si diventa “intenditori”? E, tra l’altro, le cose da fare sono molte: la corale, il gruppo liturgico, i lettori, l’organista, il chierichetto, la decorazione e le pulizie della chiesa, l’accoglienza, la stampa di fogli… e poi c’ il modo con cui sono presente! Pur di poter capire alcune cose (ad esempio come funziona una certa macchina o come ottenere l’esenzione dal ticket sanitario … ) o per la televisione (anche per trasmissioni di poco conto…) noi siamo disposti a trovare il tempo e il modo… E per imparare a pregare da cristiani maturi, per la comprensione della Bibbia e dei sacramenti … ? Oppure pensiamo che la nostra fede sia una cosa da poco, superficiale, povera di significati e di contenuti, tale da non richiedere alcuna attenzione? È vero che è bello celebrare in modo abitudinario, ma è anche necessario fare qualche passo per entrare veramente nella celebrazione. Anche nell’amore si ripetono cose uguali o simili innumerevoli volte: parole, gesti, affettuosità… Ma se l’amore è vivo, la ripetizione non va contro l’autenticità e la gioiosità di quello che si compie…Non penso come la Chiesa
Per un cristiano l’ultima istanza davanti a Dio è la sua coscienza, illuminata dal confronto con gli altri, con Dio, dal ricorso alla Bibbia, dalla parola della Chiesa, che è la comunità dei battezzati, nella quale alcuni ricoprono un ruolo particolare. Mentre molti punti di riferimento scompaiono, mentre la tecnica offre delle possibilità inimmaginabili prima dalle conseguenze inquietanti, non è forse necessario che qualcuno tiri il campanello di allarme per provocare una riflessione? Trovarsi insieme ad altri cristiani, la domenica, per celebrare I’Eucaristia, frequentare un gruppo parrocchiale dove si ha cura della fede, può permettere di conoscere meglio la Parola di Dio, di illuminare con essa le situazioni attuali con uno sforzo di riflessione in comune. Può permettere di accostarsi a quello che dicono i vescovi e il papa in modo più consistente, senza accontentarsi del riassunto, molto spesso tendenzioso e quasi sempre incompleto, offerto dai giornali…
Non faccio del male a nessuno
Impegnarsi per la solidarietà e la giustizia è importante. «io ho avuto fame e voi mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e siete venuti a trovarmi, prigioniero e mi avete assistito» (Mt 25,35-36). E il Cristo aggiunge: «Ciò che avete fatto ad une dei più piccoli dei miei fratelli l’avete fatto a me».
Ma queste parole sono state scritte per dei praticanti che rischiavano di dimenticare l’impegno per la fratellanza e la giustizia. Gesù non oppone la pratica della giustizia alla pratica religiosa. Ha detto anche: “Se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita” (Gv. 6,56). Del resto non è stato Gesti a insegnare che la più grande e completa regola di vita vede uniti insieme l’amore a Dio e l’amore al prossimo? E giusto separare le due cose?
A conclusione di queste considerazioni è ragionevole, per uno che vuole continuare ad essere un cristiano, dire ”io credo in Do, ma non vado alla Messa. Io sono credente, ma non praticante”? Proviamo a ragionare…….
5 CREDO IN DIO….. PADRE
La prima affermazione su Dio che la fede ci fa dichiarare è una parola comunissima che ormai noi diciamo senza quella profonda emozione che dovrebbe portare con sé: PADRE. Chiamando Dio con il nome di Padre noi mettiamo in luce due aspetti: che Dio è origine primaria di tutto e che al tempo stesso è bontà e sollecitudine.Quando nel conferimento del Battesimo la Chiesa ci domanda di esprimere la nostra fede non ci chiede semplicemente se:”Crediamo in Dio?”, ma ci domanda “Credi tu in Dio Padre….? Vuol dire che la denominazione Padre è essenziale. Questa consapevolezza non è una conquista della ragione che può affermare di Dio solo l’esistenza ed alcune note che si sono imposte nella tradizione del pensiero filosofico: Essere assoluto, Motore immobile, Causa prima….